mercoledì 22 febbraio 2012

SARA' VERO?

Mio marito mi ha girato un articolo apparso sul Corriere della Sera qualche giorno fa, relativo al vocabolario minimo che i bambini dovrebbero avere a due anni per non avere problemi di apprendimento da adolescenti o altre patologie da diagnosticare in tempo. Devo dire che l'ho trovato interessante, ma non saprei fino a che punto attendibile.

La mia esperienza da questo punto di vista è totalmente diversa se penso a mia figlia Giulia o a mio figlio F.A. Le bambine, infatti, sembrano molto più ricettive e produttive linguisticamente rispetto ai coetanei che, invece, sviluppano prima e meglio le capacità motorie.Non necessariamente valido per tutti, come la figlia di mia cugina dimostra.....

Giulia già a 18 mesi parlava con cognizione di causa e mai usando suoni onomatopeici che sostituiscono le parole, come brum brum per l'auto o miao per gatto e così via. A due anni (avendo una bambola "malata" con in dotazione gli aggeggi del dottore, già diceva perfettamente stetoscopio, che io ho imparato a pronunciare bene alle medie, credo. E poi quando incontrava qualche persona adulta che le stava simpatica o riusciva ad impossessarsi del telefono, voleva fare "conversazione". Cosa che le è rimasta tutt'ora a 3 anni e mezzo. (Io e il papà non siamo per niente dei chiachieroni. Nel DNA la parola facile ce l'ha grazie alle nonne). Ma quando si  tratta di camminare o salire le scale, ancora adesso si ferma dopo due passi e dice: "sono stanca!".
Con F.A., invece, nonostante sia cresciuto nello stesso ambiente, cioè parliamo molto anche con lui, anzi ha in più anche la chiacchiera della sorella più grande, solo ora, che ha quasi due anni, comincia ad ampliare un po' il suo vocabolario. Cioè, oltre a mamma, papà e laaa (cioè la cucina dove si prepara il latte) pronuncia a modo suo "tatte" (latte), "totto" (biscotto oppure sotto), ciuce (luce) e poi i classici nonna, miao, cacca, bau ecc. Dato che a capire, già da quando aveva un anno, capisce tutto quello che gli si dice pretende che quando parla, anche lui  sia capito al volo altrimenti si imbufalisce strillando. Da noi si dice "il figlio muto lo capisce solo la mamma", quindi spesso faccio da interprete. Al contrario della sorella, invece, non sta fermo un secondo. Sale e scende le scale da solo, corre, fa le capriole è un terremotino.



Forse dipenderà in parte anche dagli stimoli esterni, ma fino ad un certo punto. Infatti, quando ho mostrato i quadrotti con le letterine di quei tappetini di gomma tutti colorati che si incastrano, le reazioni  sono state: mia figlia Giulia, li ha apprezzati imparando subito tutte le lettere dell'alfabeto a due anni; F.A. quando li ha visti ha solo pensato di darli in testa alla sorella o di morderli per strapparli.



Voi cosa ne pensate di questo articolo sulla base anche della vostra esperienza?

Nessun commento:

Posta un commento

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...