Mia madre già tanti anni fa (quasi 19 - quando la mia nipotina aveva solo 1 anno) insisteva che i bimbi piccoli che avevano la fortuna di avere una mamma che insegnasse inglese agli altri non potevano non masticare ed "imparare" l'inglese già in fasce.
Ultimamente mi è capitato di leggere diversi articoli sul bilinbuismo e di seguire per lavoro (sono docente di inglese a
tempo perso) vari progetti sull'insegnamento dell'inglese ai bambini, sia sul web che in varie scuole pubbliche e private. Da qui ho iniziato ad interessarmi sempre di più all'argomento e a vedere quante famiglie siano bilingue per "nascita" (cioè i genitori sono di diversa nazionalità) o per volere (i genitori pensano che imparare l'inglese o un'altra lingua sia necessario). Così anche io, d'accordo con mio marito, ho pensato che l'inglese, un po' per gioco, un po' per "dovere" verso i nostri figli, dovesse entrare nella nostra quotidianità.
Lo spunto e l'occasione per iniziare mi sono venute dal sito Bilinguepergioco nel quale mi sono imbattutta quasi quattro anni fa. La forza e la voglia, invece, le ho trovate ripensando alle parole di mia madre che mi ripeteva sempre che un giorno avrei dovuto far apprendere l'inglese ai miei figli, dato che avrebbero avuto la fortuna di avere una madre che lo insegna.
E così ho raccolto un po' le idee, un po' di materiale e pensato ad un progetto di massima a lungo termine con l'intento di "trasmettere" ai miei figli l'apprendimento dell'inglese come mamma e non come insegnante in cattedra (anche perché sono troppo piccoli per poterlo fare e i risultati sarebbero alquanto deludenti).
Quindi, giochiamo, leggiamo libri, guardiamo i cartoni e cantiamo insieme in inglese. I risultati non sono né costanti né quantitativamente apprezzabili, ma validi ed incoraggianti. Il nostro progetto è a lungo termine e deve seguire i ritmi dei bambini (e i nostri; l'impegno non sempre è costante). Per adesso ci basta così. E sentire mia figlia che ogni tanto dice (spontaneamente) delle parole o canta in inglese o capisce le letture aiutandosi con le immagini è un segnale di approvazione anche da parte sua che le piace. Non è certo bilingue, ma sta gettando le basi per diventarlo (speriamo).
Qualche tempo fa avevo letto anche questo articolo su Repubblica che potrebbe dare un aiuto a quei genitori che non avendo una conoscenza specifica e approfondita (cioè fluente e naturale) dell'inglese o altra lingua che vogliono "trasmettere" ai lori figli possono trovare un ulteriore strumento.
Io consiglirei, a chi volesse intraprendere questa strada (sempre in modo naturale, non didattico e soprattutto senza forzature verso i bambini), di leggere tanto in inglese anche ascoltando il cd spesso incluso, vedere tv, dvd, ascoltare canzoncine, ma tutto questo sempre insieme ai bimbi e con il sorriso sulle labbra.
Ricordate sempre che:
La passione deve partire dai genitori per poter essere trasmessa serenamente ai bambini. Il tutto deve essere spontaneo e naturale.
Ecco alcuni spunti da cui partire:
sempre su bilinguepergioco trovate tante informazioni vedi qui
alcune nursery rhymes già postate e altre utili idee qui
Ciao ti ho conosciuta grazie a Kreattiva.
RispondiEliminaInteressante questo articolo sul bilinguismo. Ho una bimba di 4 anni e vorrei che cominciasse a prendere lezioni. Che ne dici?
Ciao Nunzia, grazie mille per essere passata dal mio blog.
Eliminaio non ho una risposta oggettiva alla tua domanda, ma da mamma e insegnante di inglese potrei consigliarti di far avvicinare la tua bambina all'inglese innanzitutto per farla appassionare alla lingua con cartoni semplici e che le piacciono, canzoncine, libri e tanto altro materiale e consigli di esperti, che puoi trovare sia sul blog che BpG. Il tutto deve essere per lei un gioco e se i suoi compagni in questo gioco sono la mamma o il papà o un altro familiare che si divertono con lei, tutto sarà più naturale e piacevole per tutti. Grazie per aver lasciato un commento e spero tornerai a trovarmi ancora.